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Il laboratorio di modellistica climatica e impatti e la rete di termometri per misurare la febbre del mare

Il laboratorio di modellistica climatica e impattimette a disposizione di MedFever il proprio innovativo modello di circolazione del Mediterraneo “MITO”  che è in grado di fornire previsioni su temperatura, salinità e velocità delle correnti marine con un dettaglio spaziale fino a poche centinaia di metri.

immagine del mediterraneo

Il laboratorio di modellistica climatica e impattimette a disposizione di MedFever il proprio innovativo modello di circolazione del Mediterraneo “MITO”  che è in grado di fornire previsioni su temperatura, salinità e velocità delle correnti marine con un dettaglio spaziale fino a poche centinaia di metri.

Una rete di sensori-termometro sottomarini in grado di misurare ogni 15 minuti le temperature del mar Tirreno per comprendere l’impatto del surriscaldamento globale sugli ecosistemi sommersi.

È l’obiettivo del progetto MedFever presentato l'8 luglio, in occasione della Giornata internazionale del Mar Mediterraneo, al quale partecipano ENEA (partner scientifico), l'associazione MedSharks, l’azienda Lush e un gruppo di subacquei volontari provenienti da centri immersione di Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Per misurare la ‘febbre’ del nostro mare, i termometri marini dovranno acquisire le temperature nell’intera colonna d’acqua - non rilevate dai satelliti - e per questo saranno collocati, sia a largo che sotto costa, in dieci punti strategici del Mar Tirreno, quali: Castellammare di Stabia e Marina di Camerota (Campania), isola del Giglio (Toscana), Nettuno e isola di Ponza (Lazio), Scilla (Calabria), isola di Ustica (Sicilia), Santa Teresa di Gallura, Capo Figari e golfo di Cagliari (Sardegna).

"Questi 'termometri' consentiranno misure ad altissima frequenza temporale di grande importanza per tutti coloro che sono coinvolti nel monitoraggio, gestione e sfruttamento dell’ambiente marino locale. I dati raccolti ci consentiranno di osservare e comprendere meglio fenomeni di dinamica costiera di estremo rilievo”, sottolinea Ernesto Napolitano, oceanografo del laboratorio di modellistica climatica e impatti dell’ENEA. “Inoltre – aggiunge – rappresentano uno strumento di indagine molto prezioso per conoscere più in dettaglio lo stato del mare e della sua circolazione, migliorare le nostre previsioni e misurare l’impatto del riscaldamento marino anche su settori quali turismo, trasporti, commercio marittimo e, in particolare, sulla produzione di energia dalle correnti e dalle onde marine, un settore al quale stiamo lavorando da anni nell’ambito degli accordi di programma con il Ministero dello Sviluppo Economico”.

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