ENEA all’evento finale del progetto RETURN
Si è svolto a Napoli dal 3 al 5 dicembre 2025 l’evento finale del progetto RETURN: “Comunicazione Disseminazione e Valorizzazione dei Risultati”. ENEA, coinvolta in diversi Spoke, ha partecipato con numerosi contributi sia orali che poster.
L’evento finale del progetto RETURN: “Comunicazione Disseminazione e Valorizzazione dei Risultati” si è svolto a Napoli dal 3 al 5 dicembre 2025. ENEA, coinvolta nei diversi Spoke del progetto, ha partecipato attivamente con la presenza di 15 ricercatori, che hanno contribuito a 11 poster e 6 presentazioni orali. I vari interventi hanno illustrato i risultati di tutte le attività svolte su un ampio ventaglio di tematiche relative alle scienze del clima e alle tematiche multirischio affrontate dal progetto.
Nel corso delle tre giornate, ricercatori, istituzioni e imprese hanno presentato i risultati di tre anni di lavoro intenso e collaborativo: sessioni tematiche, poster scientifici e momenti di confronto tra università, enti di ricerca e soggetti impegnati nella prevenzione e gestione dei rischi naturali e ambientali. Le sessioni plenarie sono state organizzate secondo gli obiettivi generali del progetto, mentre le sessioni parallele dedicate a presentazioni e poster hanno approfondito i risultati più specifici delle singole attività di ricerca. I ricercatori di ENEA hanno offerto un contributo significativo ad entrambe le tipologie di sessioni.
Per ENEA, hanno partecipato ricercatori e ricercatrici del Dipartimento Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali con la Divisione Modelli, Osservazioni e Scenari per il Cambiamento Climatico e la Qualità dell'Aria e la Divisione Impatti antropici e del Cambiamento Climatico sul Territorio, e del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti rinnovabili con la Divisione Strumenti e Servizi per le Infrastrutture Critiche e le Comunità Energetiche Rinnovabili.
Nella sessione dedicata all’instabilità dei versanti in ambiente emerso e sommerso (SPOKE VS2 “Ground Instabilities”), la dottoressa Lucia Coppola, dell’Università di Napoli, ha presentato il poster dal titolo “Examples of remedial measures for ground instabilities”, offrendo un quadro d’insieme dei vari laboratori sul campo avviati in RETURN, tra cui quello ENEA dell’area Messinese, installato dai colleghi Luca Maria Falconi, Claudio Puglisi, Gaia Righini e Augusto Screpanti e volto al monitoraggio dell’umidità del suolo, parametro fisico direttamente connesso all’innesco di frane superficiali. Inoltre, il prof. Francesco Chiocci, dell’Università La Sapienza, ha presentato i risultati delle attività svolte sull’analisi delle instabilità di versante in ambiente sommerso, che ha visto la partecipazione del collega Sergio Cappucci.
Nella sessione dedicata alla riduzione delle perdite causate da terremoti ed eruzioni vulcaniche (SPOKE VS3 "Earthquakes and Volcanoes"), i ricercatori presenti all’evento, Ivano Iovinella, Anna Marzo e Ivan Roselli, hanno presentato il poster dal titolo “Experimental investigations on full scale typical Italian infill walls”, illustrando l’esito dell’estesa attività sperimentale condotta su un prototipo 3D in scala reale, alla quale hanno partecipato anche i colleghi Patrizia Aversa, Vincenza Luprano, Saverio Mazzarelli, Fernando Saitta e Concetta Tripepi.
Nella sessione dedicata all’effetto dei cambiamenti climatici sui rischi naturali (SPOKE DS8 “Climate services for risk mitigation and adaptation”), Maria Vittoria Struglia ha illustrato, insieme ai colleghi dell’Università di Padova Marco Marani e Marco Borga, come le proiezioni climatiche alla risoluzione di pochi chilometri prodotte dal laboratorio Modelli e Servizi Climatici, possano dare importanti contributi allo studio delle precipitazioni e dei loro impatti presenti e futuri.
Nella sessione sugli effetti combinati di rischi naturali e antropici (SPOKE VS4, “Environmental Degradation”), Sonia Manzo ha presentato, in sessione plenaria, il contributo dal titolo “Integrative Approaches to Understanding and Managing Effects of Multiple Environmental Stressors”, realizzato anche con i colleghi Luisa Parrella, Simona Schiavo, Cinzia Trovato e Sara Accardo, illustrando come un approccio multidisciplinare consenta di valutare in modo più efficace gli effetti combinati di molteplici stress ambientali, cogliendo impatti sinergici e non lineari sugli ecosistemi e sulla qualità ambientale, e supportando una migliore valutazione del rischio e lo sviluppo di strategie di mitigazione e ripristino.
Per quanto riguarda le attività svolte sul tema delle infrastrutture (SPOKE TS2 “Multi-Risk Assessment of Critical Infrastructures”), infine, i ricercatori Luisa Lavalle e Daniele Fava, hanno presentato il poster dal titolo “A Simulation Framework for Multi-Risk Assessment in Railway Infrastructure”, illustrando l’applicazione dell’ambiente di simulazione sviluppato per il dominio ferroviario al caso della Calabria integrando l’effetto di cadute massi, esondazioni fluviali e inondazioni costiere calcolate da gruppi del CNR, Università Sapienza di Roma e Università Mediterranea di Reggio Calabria, coautori del poster. Luisa Lavalle si è anche alternata ai colleghi degli altri Spoke per dimostrare le potenzialità del Virtual Test Bed “ReturnLand & ReturnVilles” – illustrato in sessione plenaria da Maria Polese dell’Università di Napoli e Salvatore Martino dell’Università Sapienza di Roma – sul tema “Geohazard impacts on nets and infrastructures in RETURNVILLEs” al desk appositamente allestito.
Le sessioni dedicate ai poster hanno consentito di presentare in dettaglio i risultati e le applicazioni delle tante attività di ricerca svolte nel corso di questi 3 anni di progetto.
ENEA ha prodotto scenari climatici ad alta risoluzione spaziale (15, 5 e 3 km) per 86 anni complessivi di valutazione e 420 anni di scenario, introducendo aspetti innovativi, come la regionalizzazione dei modelli globali CMIP6, ovvero il loro adattamento a regioni geografiche specifiche, e la produzione di simulazioni di diverse decadi che consentiranno studi statistici più affidabili anche ad altissime risoluzioni spaziali. I risultati di queste simulazioni sono stati usati per calcolare indicatori di impatto su diversi ambiti, come l’approvvigionamento energetico, i rischi costieri e le risorse idriche, nonché per studiare gli effetti delle ondate di calore sulle infrastrutture ferroviarie.
Nelle scienze sociali ENEA, con Melania Michetti, ha contribuito allo sviluppo del protocollo BRACE (Barriers, Responses, Agents, and Climate Enablement), un processo di revisione sistematica strutturato e replicabile che mappa le tendenze globali della ricerca sui fattori che ostacolano o favoriscono l’adattamento ai cambiamenti climatici. Il protocollo amplia le linee guida esistenti integrando una griglia analitica multilivello che analizza relazioni tra governance, fattori socioeconomici e attori coinvolti. La metodologia permette di esaminare in modo rigoroso la letteratura su barriere e facilitatori dell’adattamento, inclusi eventi climatici estremi, evidenziando lacune tematiche, regionali e di governance, e differenze tra contesti nazionali e settoriali.
Nel suo complesso, l’evento ha segnato la conclusione del progetto RETURN, una delle iniziative di ricerca più ampie e strutturate finanziate dal PNRR, che ha unito le forze di ben 26 partner tra atenei, centri di ricerca e realtà imprenditoriali, mobilitando oltre 900 ricercatori su scala nazionale. I risultati raggiunti – dallo sviluppo di modelli predittivi all’avanzamento di tecnologie per il monitoraggio, fino alla creazione di protocolli condivisi per la gestione del rischio – testimoniano il successo di questo sforzo collettivo. RETURN ha consolidato un ecosistema della conoscenza fondamentale per rendere l'Italia più resiliente, trasformando la ricerca d’eccellenza in strumenti concreti a servizio del territorio e delle comunità.

