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Innovazione: la Regione Lazio premia la ricerca ENEA

Produrre in grandi quantità e a basso costo pigmenti vegetali dalle funzioni antiossidanti come le crocine utilizzando cellule di lievito anziché gli stimmi dei fiori di zafferano; sintetizzare nanomateriali per dispositivi a LED innovativi, a basso consumo di energia e dal ridotto impatto ambientale, attraverso sistemi laser; infine produrre scaffold ingegnerizzati per la rigenerazione di cellule, tessuti e organi umani danneggiati.

Produrre in grandi quantità e a basso costo pigmenti vegetali dalle funzioni antiossidanti come le crocine utilizzando cellule di lievito anziché gli stimmi dei fiori di zafferano; sintetizzare nanomateriali per dispositivi a LED innovativi, a basso consumo di energia e dal ridotto impatto ambientale, attraverso sistemi laser; infine produrre scaffold ingegnerizzati per la rigenerazione di cellule, tessuti e organi umani danneggiati. Sono questi i temi dei tre progetti a guida ENEA che hanno vinto il bando della Regione Lazio “Progetti Gruppi di Ricerca - Conoscenza e cooperazione per un nuovo modello di sviluppo”, che prevede uno stanziamento complessivo di circa 11 milioni di euro, gestito da Lazio Innova.

Tra i progetti vincitori c'è  il Progetto della Divisione Biotecnologie e Agroindustria - PROBIOZAFF - PROduzione di composti BIOattivi di ZAFFerano in lievito, vincitore del bando regionale per il settore “Agrifood”, che permetterà di produrre le crocine dello zafferano utilizzando cellule di lievito Saccharomyces cerevisiae, un microorganismo commestibile e largamente diffuso per le fermentazioni alimentari. Non essendo attualmente percorribile la sintesi chimica delle crocine a causa della loro struttura complessa, questa tecnica si candida a produrre i  pigmenti vegetali a costi fino a 10 volte inferiori rispetto all’estrazione dallo zafferano, una delle spezie più care al mondo. Le crocine agiscono come antiossidanti e nella prevenzione della degenerazione maculare, una malattia dell’occhio legata all’invecchiamento che si stima possa colpire oltre 280 milioni di persone entro il 2040. Partendo da tre brevetti ENEA, l’innovativa tecnica elaborata dai ricercatori  si basa sull’identificazione dei geni che intervengono nella biosintesi e nell’accumulo delle crocine: in questo modo la produzione delle crocine non sarà più legata alla coltivazione dello zafferano, che ai ritmi attuali riuscirebbe a soddisfare meno del 10% del mercato dei farmaci per la cura della patologia oculare dal un valore potenziale di 14 miliardi di euro.

A cura di: 
Redazione Divisione Biotecnologie e Agroindustria
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre 2018