Sorry, you need to enable JavaScript to visit this website.

Il 5 per mille all’ENEA per salvare capolavori d’arte con il biorestauro

Quest’anno con il 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi è possibile contribuire alla ricerca scientifica ENEA nel campo dei beni culturali per lo studio di un pool di batteri, al fine di realizzare prodotti innovativi e sostenibili che consentono anche di preservare al meglio la salute degli operatori e l’integrità delle opere.

Colonie di batteri di Serratia ficaria SH7 Credit ENEA

Quest’anno con il 5 per mille sulla dichiarazione dei redditi è possibile contribuire alla ricerca scientifica ENEA nel campo dei beni culturali per lo studio di un pool di batteri, al fine di realizzare prodotti innovativi e sostenibili che consentono anche di preservare al meglio la salute degli operatori e l’integrità delle opere.

I fondi del 5 per mille destinati a queste attività darebbero all’ENEA l’opportunità di sviluppare ulteriormente le tecnologie sperimentali  già utilizzate con successo a Firenze sui marmi di Michelangelo nelle Cappelle Medicee e a Roma sugli affreschi della Galleria dei Carracci a Palazzo Farnese e su alcune opere dei Musei Vaticani, della Galleria Nazionale di Arte Moderna e della Casina Farnese.

Per destinare il 5 per mille 2022 al ‘Progetto Biorestauro’ occorre firmare il riquadro per il “finanziamento della ricerca scientifica” sui modelli di dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e indicare il codice fiscale ENEA: 01320740580.

Attualmente la collezione microbica ENEA, della quale fanno parte i batteri utilizzati nelle applicazioni di biopulitura, è composta da circa 1.500 microrganismi, isolati da diverse matrici ambientali ed ecosistemi naturali. Per dare continuità alla ricerca e aprire la strada allo sviluppo e alla commercializzazione di questi prodotti, è necessario sottoporre i ceppi batterici a studi sistematici per approfondire aspetti molecolari, metabolici, genetici e funzionali: dallo studio del range di temperatura, umidità e salinità ottimale per la loro sopravvivenza e funzionalità, all’analisi delle modalità di conservazione, fino all’indagine genetica per la rilevazione di fattori di virulenza e quindi l’esclusione di caratteristiche di patogenicità.

Per saperne di più: https://ambiente.sostenibilita.enea.it/news/conferenza-stampa-bio-restau...

Personale di riferimento: 
A cura di: