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BioVERVE: una biostampante a basso costo che crea tumori in 3D per aiutare la ricerca oncologica

Applicazioni delle stampanti 3D nella ricerca biomedica

La ricerca traslazionale riveste un ruolo fondamentale nella scoperta di nuovi approcci terapeutici volti a migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro.

Tuttavia, nonostante gli intensi sforzi dedicati ai test preclinici, molte di queste promettenti terapie faticano a passare con successo dalla fase di studio di laboratorio a quella della pratica clinica. Una spiegazione plausibile della discrepanza osservata tra i risultati ottenuti in fase preclinica e quelli clinicamente riportati, potrebbe derivare dalla mancanza di modelli cellulari preclinici in grado di replicare fedelmente la complessità del contesto clinico.

Negli ultimi dieci anni vi è stato un significativo incremento nell’utilizzo di modelli in vitro tridimensionali (3D) da parte dei ricercatori impegnati nella ricerca sul cancro. In particolare, i modelli 3D biostampati sono in grado di mimare in maniera più efficace il tessuto umano, sano o patologico, ponendosi a metà strada tra i modelli cellulari 2D e quelli animali, e fornendo un modello complementare per studi sugli effetti di radiazioni e chemioterapici sui tumori (Antonelli et al, 2023) [1].

Tuttavia, l’impatto della biostampa 3D sulla ricerca è a volte limitato dai costi elevati delle biostampanti 3D professionali, che rappresentano spesso un ostacolo all’accesso e alla fruibilità di questa tecnologia.

Nell’ambito del POC 2020 finanziato da ENEA e intitolato “Sviluppo di un modello di tumore vascolarizzato mediante biostampa 3D per lo screening di farmaci chemioterapici (3DKarkynos)”, la Divisione TECS, in collaborazione con l’azienda di Firenze Kentstrapper S.r.l., ha implementato una biostampante 3D “home-made” (BioVERVE) a partire da una stampante 3D a basso costo, che ha permesso la biostampa di un modello cellulare 3D di medulloblastoma, il principale tumore cerebrale pediatrico.

I risultati di queste ricerche, recentemente pubblicati su Applied Sciences dal team coinvolto nel progetto, mostrano che la biostampante 3D BioVERVE è in grado di stampare un modello avanzato di medulloblastoma con prestazioni paragonabili a quelle di una biostampante 3D professionale, garantendo elevata vitalità cellulare e precisione di stampa (D’Atanasio et al, 2023)[2].

La possibilità di modificare le stampanti 3D non professionali per adattarle ai processi di biostampa, è in grado di ridurre considerevolmente i costi di acquisizione della strumentazione da parte dei laboratori, consentendo l’accesso alla tecnologia da parte di una più vasta platea di ricercatori e, di conseguenza, aprendo la strada a nuove linee di ricerca.


Bibliografia