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Identificati tre promettenti bio-marcatori fecali di infiammazione in malattie infiammatorie croniche intestinali.

L’Identificazione di bio-marcatori diagnostici e prognostici di patologie ad elevato impatto sociale è una delle attività di ricerca svolte dal Laboratorio di Tecnologie Biomediche di ENEA.

biomarcatori per malattie intestinali infiammatorie croniche

L’Identificazione di bio-marcatori diagnostici e prognostici di patologie ad elevato impatto sociale è una delle attività di ricerca svolte dal Laboratorio di Tecnologie Biomediche di ENEA. È recente la pubblicazione di un articolo sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Crohns and Colitis[1], “Proteomic Analysis Identifies Three Reliable Biomarkers of Intestinal Inflammation in the Stools of Patients With Inflammatory Bowel Disease”, frutto del lavoro portato avanti in questo ambito.
Oltre 250 mila italiani sono affetti da malattia infiammatoria intestinale (IBD), distribuiti tra retto-colite ulcerosa (RCU) e malattia di Crohn (MC). Le IBD sono patologie ad alto impatto sociale e a forte componente infiammatoria che, se lasciate senza una terapia adeguata, possono portare a severe conseguenze (stenosi intestinali, fistole, tumore al colon). Per questo è molto importante la diagnosi precoce seguita da un trattamento tempestivo.
Nel lavoro è stata condotta un’analisi proteomica per identificare proteine presenti nel campione fecale di pazienti affetti da MC rispetto ad individui sani.
Lo studio ha permesso di identificare tre marcatori (Chimotripsina C, Gelsolina e l’Inibitore di dissociazione Rho-GDP 2)
che indicano la gravità dell'infiammazione intestinale nei pazienti affetti da IBD e mostrano una maggiore sensibilità e specificità nel discriminare tra pazienti e controlli sani rispetto alla Calprotectina fecale, il marcatore attualmente utilizzato in clinica in questo tipo di disturbi. Questo importante passo avanti è stato possibile grazie alla collaborazione di ENEA-TECS-TEB con il Policlinico Umberto I e l’Humanitas Research Hospital.
I risultati della ricerca hanno anche dato origine al rilascio di un brevetto che ne protegge l’uso.


Bibliografia

Personale di riferimento: 
A cura di: 
Redazione Divisione Tecnologie e metodologie per la salvaguardia della salute
Ultimo aggiornamento: 7 Giugno 2023