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La “Manifattura di Comunità”: un nuovo modello di produzione sostenibile

Il settore industriale e l’industria manifatturiera necessitano di nuovi modelli di produzione che implicano sfide che coinvolgano sempre di più i tessuti e le economie locali: nell'articolo “COMMUNITY MANUFACTURING per lo Sviluppo Territoriale” vengono illustrate le possibilità offerte da un nuovo modello di produzione industriale, più sostenibile e decentralizzato.

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Il settore industriale e l’industria manifatturiera necessitano di nuovi modelli di produzione, più sostenibili, che implicano sfide che coinvolgono sempre di più i tessuti e le economie locali.

In particolare, la produzione centralizzata, ottimale per prodotti realizzati su larga scala, ha mostrato notevoli criticità logistiche e di sostenibilità, che suggeriscono la transizione verso modelli di produzione decentralizzata, soprattutto per quelle categorie di prodotti che richiedono una forte personalizzazione, in modo da avvicinarsi alla richiesta dell’utilizzatore finale in materia di design, estetica, performance, specialmente se l’utilizzatore è geograficamente prossimo [Local manufacturing and structural shifts in competition: market dynamics of additive manufacturing, Int. Journal of Production Economics 216 (2019) 23-34R. Kleen, F.T. Piller].

Su questa base, Giovanni di Girolamo, ricercatore della Divisione Tecnologie e processi dei materiali per la sostenibilità dell’ENEA, ha evidenziato, in un suo recente articolo dal titolo “COMMUNITY MANUFACTURING per lo Sviluppo Territoriale”, pubblicato nel numero di Giugno 2023 della rivista “Automazione Industriale”, le attrattive di un modello di produzione a sostegno dello sviluppo territoriale e degli stakeholder degli ecosistemi locali: la “manifattura di comunità”, concetto che in questi anni ha posto all’attenzione dei tavoli di programmazione italiana ed europea, specialmente nell’ambito della preparazione dei Cluster di Horizon Europe.

La “MANIFATTURA DI COMUNITA’” viene ipotizzata come pilastro di una strategia vincente di sviluppo territoriale sostenibile al servizio dell’Industria, in particolare delle PMI, e dei cittadini, che possono diventare destinatari diretti dell’innovazione e delle nuove tecnologie ed essi stessi sviluppatori di soluzioni tecnologiche e prodotti di uso quotidiano.

Nell’articolo citato, Giovanni di Girolamo spiega come dovrebbe funzionare un sistema di “MANIFATTURA DI COMUNITA’” e quali sono le infrastrutture e le comunità di stakeholder coinvolti. Progettazione e produzione a Km-zero favoriscono lo sviluppo di una filiera corta e, quindi, contribuiscono ad accrescere la competitività e l’autonomia delle economie locali in materia di approvvigionamento e trattamento di materiali e prodotti, oltre ad apportare benefici diretti in termini di formazione professionale ed occupazione.

Il ruolo dei Centri di Ricerca e delle Università è fondamentale per la costituzione di vere e proprie Infrastrutture di Manifattura di Comunità, al fine di attuare una connessione fra tutti gli stakeholder locali e offrire servizi tecnologici all’avanguardia e percorsi di formazione e trasferimento tecnologico.

Per implementare tale concetto, un ruolo fondamentale può essere svolto dalla Manifattura Additiva, la digitalizzazione dei processi, il design condiviso e l’utilizzo di criteri di progettazione sostenibile, come quelli promossi nell’ambito del "New European Bauhaus".

Maggiori informazioni sul contributo sono disponibili QUI.

 

 

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